Cos’è la chirurgia cardiaca minimamente invasiva?
La maggior parte degli interventi cardiochirurgici vengono eseguiti attraverso una sternotomia completa che comporta la divisione longitudinale dell’osso posto al centro del torace, comunemente chiamato sterno. La chirurgia cardiaca mininvasiva comprende una varietà di operazioni eseguite allo scopo di ridurre il trauma rispetto alla tecnica standard in sternotomia. Pertanto le tecniche mininvasive hanno lo scopo di ottenere un risultato funzionale, per un più rapido recupero del paziente, senza però disdegnare l’aspetto estetico, obiettivo secondario. Per eseguire questi interventi sono necessari equipe specializzate con particolare esperienza nell’uso di speciali strumenti, come ad esempio telecamere endoscopiche con alta risoluzione e 3D che permettono di operare nel torace e nelle cavità cardiache con massima precisione, attraverso piccole incisioni della cute di 4 – 8 centimetri piuttosto che i 20 – 25 cm della tecnica tradizionale.
Nell’approccio sternotomico standard, la cute viene incisa in corrispondenza dell’osso sternale che viene interamente segato in due parti. Alla fine dell’intervento lo sterno viene riunito con 6-8 fili metallici. Questi fili verranno lasciati permanentemente ma possono anche essere rimossi successivamente, qualora sussista tale necessità. Generalmente la sintesi dello sterno si completa entro tre mesi dall’intervento, durante questo periodo si dovrà evitare sollevamento di pesi superiori a 10-15 Kg. Tutti gli esami radiologici, compresi tomografia assiale computerizzata e risonanza magnetica possono essere eseguiti anche in presenza dei fili metallici
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